Come siamo caduti in basso, dov'è finita la politica del consenso sul territorio, le sezioni, i congressi. Viviamo il tempo dei social, ormai tutto passa per un post, per un profilo, nascono personaggi, predicatori, oratori, dietro una tastiera, cosa che era praticamente impossibile fino a qualche anno fa. Riuscire a strappare un applauso in un congresso, un comizio e qualsiasi intervento pubblico, non era cosa per tutti, bisognava essere bravi e preparati. Siamo ridotti proprio male, i social danno la parola a tutti, ormai anche la politica si è arresa, una volta per vedere pubblicato un articolo sui giornali, quelli veri, bisognava fare la fila. Basta avere un buon social manager ed è fatta, non contano i contenuti, l'importante è scrivere e sparare una cazzata ogni ora. Bisogna tenere il profilo vivo, il resto lo fanno gli amici che mettono Mi Piace s tutti e tutto. Da giorni ci bombardano con il milione di Like ricevuti dall'ex Premier Conte poi vai s vedere i commenti e leggi, che figo, che bell'uomo, mi iscrivo alla facoltà di Giurisprudenza a Firenze, il più amato il più bello. Ecco come di crea un personaggio ed ecco come si crea il consenso, basta l'immagine e a molti sfugge il fatto che un Premier un politico dovrebbe rendere conto del suo operato e non le cazzate. Purtroppo viviamo nell'era delle apparenze o meglio delle cazzate. W l'Italia
lunedì 15 febbraio 2021
La Terra dei Cachi a Cassino
di Giampiero Casoni
sabato 13 febbraio 2021
venerdì 12 febbraio 2021
CENTRO DESTRA , FINO A PROVA CONTRARIA
E sono due, si le fregature non vengono mai una volta, lo sa bene Giorgia Meloni che ancora una volta è stata presa in giro da Salvini e questa volta pure da Forza Italia. Era successo già nel 2018 quando il leader della Lega che, si era presentata con il Centro Destra alle elezioni politiche, lasciava a piedi gli alleati e abbracciava il Movimento 5 Stelle per formare il primo Governo Conte. Le cose poi, sono andate storte ed è ritornato all'ovile, non passava giorno che non chiedesse le elezioni, il Centro Destra vince, bla bla bla..... Alle elezioni regionali si si sono presentati compatti come compatti lo sono anche quando si vora per il condominio. Quando si tratta di Governo si sa, gli interessi sono altri, e allora il buon Padano che fa, va da Mattarella e dice, per il bene del paese sono pronto a tradire di nuovo Giorgina e di fatto non perde tempo anzi questa volta arriva pure Forza Italia. Il Governo è nato, diversi ministeri portati a casa e l'unica che rimane a piedi è ancora lei, la signora di Destra. Tanto adesso si dovrà parlare di regionali e comunali e ancora una volta potrà dire, il Centro Destra è unito 😂😂😂😂😂😂😂😂😂
ECCO IL GOVERNO DRAGHI
Ecco la lista dei ministri del governo Draghi:
MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO
Sottosegretario alla Presidenza del consiglio: Roberto Garofoli
Ministro per i Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà (M5s)
Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale: Vittorio Colao (Tecnico)
Ministro per la Pubblica Amministrazione: Renato Brunetta (Forza Italia)
Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: Mariastella Gelmini (Forza Italia)
Ministro per il Sud e la Coesione territoriale: Mara Carfagna (Forza Italia)
Ministro per le Politiche giovanili: Fabiana Dadone (M5s)
Ministro per le Pari opportunità e Famiglia: Elena Bonetti (Italia viva)
Ministero per le Disabilità: Erika Stefani (Lega)
MINISTERI COL PORTAFOGLIO
Ministero del Turismo: Massimo Garavaglia (Lega)
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: Luigi Di Maio (M5s)
Ministero dell’Interno: Luciana Lamorgese (Tecnica)
Ministero della Giustizia: Marta Cartabia (Tecnica)
Ministero della Difesa: Lorenzo Guerini (Pd)
Ministero dell’Economia e delle Finanze: Daniele Franco (Tecnico)
Ministero dello Sviluppo Economico: Giancarlo Giorgetti (Lega)
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: Stefano Patuanelli (M5s)
Ministero per la Transizione Ecologica: Roberto Cingolani (Tecnico)
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Enrico Giovannini (Tecnico)
Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Andrea Orlando (Pd)
Ministero dell’Istruzione: Patrizio Bianchi (Tecnico)
Ministero dell’Università e della Ricerca: Cristina Messa (Tecnica)
Ministero della Cultura: Dario Franceschini (Pd)
Ministero della Salute: Roberto Speranza (Leu)
giovedì 11 febbraio 2021
CHICK COREA HA SMESSO DI SUONARE
Nel 1993 si aggiudica la Targa Tenco per la canzone Sicily, interpretata con Pino Daniele.
È stato fondatore e membro dei gruppi Chick Corea Elektric Band, con i quali vince un Grammy Award con l'album Light Years, ed un Grammy Award con Chick Corea Akoustic Band. Da questi gruppi sono emersi sulla scena nuovi talenti, quali: John Patitucci, Dave Weckl, Eric Marienthal, Frank Gambale, Carlos Rios, Scott Henderson. Inutile ricordare tutti i traguardi raggiunti, ripeto la musica perde uno dei suoi protagonisti proncipali. Grazie di tutto mitico CHICK❤️
ERA MEGLIO UNA GUERRA.....
Si è proprio così, questa maledetta pandemia ci sta facendo capire, quanto, l'essere umano è egoista e il primogenito della prima forma di animale vissuto sulla terra. In guerra il nemico era visibile e si era pronti a morire, chi per una causa chi, vittima di un bombardamento, in guerra sai che hai pochi attimi per vegliare il tuo amico, un tuo familiare, tempo di una preghiera e fuggi per salvarti, la guerra sai che prima o poi finisce e se cerchi un buon riparo, puoi portare a casa la pelle, in periodi come questi, forse l'unico dal dopoguerra a oggi, non sai mai se l'hai scampata, non sei mai sicuro di aver fatto tutto bene, hai una serie di rimorsi fin quando non inciampi in uno starnuto, un raffreddore stagionale, un colpo di tosse. Siamo arrivati al punto di giustificare ogni piccolo sintomo dal mal di testa al dolore muscolare, ci viene da tossire o starnutire, cerchiamo di trattenerci e se proprio non ci riusciamo siamo costretti a giustificarci " maledette sigarette, una sudata, ho preso freddo". Purtroppo questo maledetto virus ci ha cambiato, inutile negarlo, ci guardiamo con sospetto, forse non ci siamo mai interessati così tanto, della salute degli altri. Ne avremo per molto, sono finiti i tempi in cui si andava a trovare amici o riceverli in casa, oggi se uno di loro si presenta a casa con una busta di prodotti genuini o una buona bottiglia di vino, scattano i protocolli sanitari, come voler dire, non dovevi, non ti dovevi disturbare, cose che in passato erano frasi di circostanza. Viviamo un periodo bruttissimo, non si ha tempo nemmeno di piangere i nostri cari, siamo talmente terrorizzati che la morte stessa non ci fa più paura, come e quando finirà non lo so, nessuno è in grado di programmare il futuro, la paura è tanta, questa è una guerra insidiosa, ci sta consumando dentro, ci sta isolando, ci sta rendendo quasi inutili. La scienza sta facendo la sua parte, grazie a chi giorno e notte studia come proteggerci, l'unico esercito, quello dei medici, in grado di tutelarci, siamo nelle loro mani, tutti stiamo provando a reagire, speriamo davvero di vincere questa guerra e subito.
UNA NAZIONE IN ATTESA DEL CAZZEGGIAMENTO GRILLINO
Sono stato uno dei primi a sposare le idee del M5S, mi sono battuto, impegnato in prima persona, ho sostenuto e partecipato spesso alle loro iniziative ma, anticipandolo in una seduta pubblica nel 2018 aspettavo di vedere in pratica quanto detto e promesso nelle fasi precedenti. Avevano ridicolizzato Bersani e Renzi con i famosi streaming, avevano cioè confermato il loro impegno con gli elettori, non alleandosi con nessuno. Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta. Nel 2018 prima cazzata, il Governo con il tanto odiato Salvini, quello che voleva dividere l'Italia, che ci chiamava terroni, quello della Lega Nord. Poi non contenti cambiano maggioranza e si alleano con Renzi, il partito di Bibbiano dicevano loro, il PD e Leu. In pratica il M5S si era imputtanito, si alleava con la Destra e con la Sinistra. Arriviamo cosi ad oggi e forse per evitare una fuguraccia definitiva, per allearsi con Lega, Forza Italia, si avete capito bene con Berlusconi, PD, ed altri, si sono inventati il voto sulla piattaforma dopo che le consultazioni vanno avanti da giorni. Sono stati capaci di tenere appeso il Presidente incaricato Draghi in attesa dell'esito del sondaggio interno. Una sorta di presa per il culo sapendo a priori l'esito. Vome dire, una giornata a cazzeggiare perdendo tempo mentre il paese è sotto pandemia. Guarda caso quelli che hanno votato si sono i Ministri uscenti gran parte dei Deputati e Senatori, consci del fatto che questa è l'ultima legislatura. Andranno sl Governo pure con il diavolo pur di non tornare al voto, si è vero, è un Governo del Presidente ma si regge sempre su una maggioranza politica. Bel capolavoro Beppe Grillo, bravo, hai illuso milioni di elettori, dal vaffanculo sei passato a caro Silvio, caro Matteo e soprattutto caro Draghi, si quello che descrivevi come il male di tutto. Buona fortuna buffoni.
A cosa ci ha portato la mistica del “tutto sommato”
di Giampiero Casoni
mercoledì 10 febbraio 2021
Tutta “colpa” di Umberto
di Giampiero Casoni
Tutta “colpa” di Umberto II. Fu proprio lui infatti, il Re di Maggio pennellone e allampanato, a mettere in moto suo malgrado la macchina della confusione. Una macchina che ancora oggi ci vede essere l’unico popolo sul pianeta, fra quelli occidentali avanzati, a non aver contezza giudiziaria esatta di una sua tragedia nazionale ma ad averne perfetta e rotonda contezza morale.Chiariamola: nel maggio del 1946 in Italia la partita concettuale era secca: monarchia o repubblica, che non erano solo due forme di governo. Erano l’una archetipo dei guai immensi da cui l’Italia usciva e l’altra sintesi dei guai che l’Italia intendeva mettersi alle spalle. E in mezzo c’erano burocrazia a notabilato fascisti che andavano comunque mantenuti, perché un apparato statale intero non è che lo reinventi in sei mesi nel nome del fuoco sacro della libertà riassaggiata, sennò col fuoco ti ci scotti e parti democratico ma zoppo. Roba delicatissima insomma, che prescindeva i meccanismi di governo e abbracciava mistica della rinascita e interessi sovranazionali fortissimi. E per quanto frastornato per indole e ruolo, Umberto di Savoia questo lo sapeva benissimo. Quelli col casino di caccia alla Venaria saranno stati pure coglioni, ma coglioni studiati. La sua idea per assicurarsi che l’Italia del referendum scegliesse di nuovo il trono passava perciò per una sola parola. Per quella che da sempre è la carota più grossa dei popoli reduci da stagioni dell’orrore, e la parola era ‘amnistia’. Umberto voleva assicurarsi una fetta di consenso determinante alla sopravvivenza della monarchia sabauda promulgando il perdono per tutti i criminali di guerra. Inutile dire che sulla sponda avversa fiutarono subito il pericolo. Il naso più fino fu quello di De Gasperi, che come capo del governo si fece legare per matto e bloccò il provvedimento. Attenzione, nei crimini previsti dall’amnistia rientravano quelli di guerra e il collaborazionismo, sia de destra che di sinistra. A varare il provvedimento ci pensò il 22 giugno del '46 un altro naso fino, naso a tre narici avrebbe detto Guareschi: quello di Palmiro Togliatti. Il referendum ormai si era tenuto, la monarchia era stata espulsa come un calcolo e non c’era più pericolo che i Savoia vendemmiassero voti di simpatia dagli ex criminali. Ma quei voti facevano gola comunque, e la lusinga di incamerarli fece fregola e nidoanche in seno alla neonata democrazia. La formula è quella solita di quando i governi devono giustificare un incasso di consenso mettendogli addosso il vestito buono dei grandi sistemi etici: la ‘pacificazione nazionale’. Il provvedimento di Togliatti fu impopolare anche in seno al Pci ed agli ambienti partigiani che volevano teste fasciste da tagliare. Molti per protesta ripresero le armi e si intrupparono di nuovo per boschi. Sta di fatto che l’amnistia Togliatti una cosa la bloccò certamente: la possibilità che venissero perseguiti in punto di diritto e consegnati i criminali di guerra italiani nei Balcani: sia i generaloni che fecero scempi a Belgrado, Roatta e Robotti su tutti, che i comunisti filo titini che diedero vita o supporto agli orrori carsici delle foibe. Insomma, tutto il cucuzzaro di macellai, da qualunque parte stessero, si salvò per una condotta internazionale che vide Togliatti preservare quelli che allora erano figli della rivoluzione socialista tout court. L’Unione Sovietica e Tito in quei mesi erano ancora amiconi. Perciò l’orso russo nel maresciallo ci vedeva ancora un dito infilato dritto nel culo dell’occidente, dito sovietico, non slavo, ottima cosa per i nuovi assetti geopolitici del dopo guerra. E Togliatti era la mano che guidava quel dito. Molti anni dopo, nel 1992, un coraggioso procuratore, Giuseppe Pititto, provò ad incardinare un fascicolo contro i criminali di guerra infoibatori ancora in vita, fra cui Oscar Piskulic. Gli andò malissimo: il fascicolo non ottenne rogatorie e nel 2004 la cosa si smosciò come un soprabito senza stampella malgrado battaglie bellissime ed encomiabili di una nicchia di parlamentari di ogni schieramento. Due i motivi: molti dei fiancheggiatori italiani di Piskulic avevano beneficiato dell’amnistia Togliatti e di quella Pella del ‘53 e non erano perseguibili per reati ‘sanati’. In più, il Pm venne accusato di voler imbastire un ‘processo alla resistenza’ (fonte Arrigo Petacco, L’Esodo). Il procedimento venne archiviato nel marzo del 2004. In straordinaria concatenazione, con la legge del 30 giugno di quello stesso anno venne istituito il Giorno del Ricordo. Giorno che vide la prima celebrazione, fra la ruvidezza di Mirko Tremaglia, le bonacciosità di Casini e l’empatia sincera di Ciampi, il 10 febbraio del 2005. Come sempre, non essendo arrivati a fare giustizia arrivammo a fare simbologia. E oggi a scuola, a studiare Umberto e Alcide e Palmiro ci arriva, stancamente e fatte salve lodevoli eccezioni, un professore su 10. Tuttavia a celebrare doverosamente il Giorno del Ricordo ci accorrono doverosamente tutti. Come a dire beccatevi l’effetto ma ‘sti cazzi della causa. Però in compenso ci scanniamo ogni anno nel derby stracciarolo fra Ricordo e Memoria, che sono sinonimi in etica e vocabolario, ma contrari nella testa dei coglioni.