Diceva Boskov " Rigore c'è quando arbitro dà " Nel caso del processo Mollicone la pena c'è quando il giudice la dà. Il dispiacere è enorme, la povera Serena dopo 20 anni continua a essere umiliata e ammazzata più volte senza trovare il responsabile materiale. Il circo mediatico che si è creato sicuramente non ha favorito il corso della Giustizia, per molti avvoltoi il caso è servito a far crescere la notorietà e anche il conto in banca, sono spuntate fuori figure professionali che vanno oltre il campo specifico, giornalisti investigativi, criminologi da salotto, periti di ogni genere, inchieste televisive, libri, riviste e tutto ciò che fa spettacolo ma di fatto le due Corti chiamate a giudicare hanno evidenziato il fallimento dell'inchiesta, probabilmente chi doveva cercare le prove non lo ha fatto fino in fondo. La sentenza di ieri va letta come una sonora bocciatura per gli inquirenti, è stata dichiarata la loro incapacità. Gli slogan da stadio, le esternazioni avventate e senza senza di chi si fa prendere dall'emozione non servono a nulla anzi sono prove per eventuali querele da parte dei protagonisti. Se in 20 anni non si è stati capaci di fornire prove probabilmente il contesto in cui si operava era una sorta di labirinto dove ogni via d'uscita finiva in tunnel pericoloso, scivoloso è sicuramente compromettente. È facile dare colpe sui social ma un Giudice prima di dare l'ergastolo a una persona deve essere convinto da prove schiaccianti, probabilmente queste prove non erano schiaccianti. È un vero peccato per la povera Serena e per il Papà Guglielmo entrami finiti in un contesto giudiziario complicato e uno scenario inimmaginabile se si continua a pensare che il tutto sia accaduto in un luogo dove la Giustizia è sacra. Ha fallito la Giustizia questo è il dato di fatto
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