IL BLOG DI SILVIO TEDESCHI

martedì 16 febbraio 2021

Il Corriere che non corre più

 di Giampiero Casoni

 

Una agghiacciante sequenza di disinformazione su cui riflettere: l'ha impalcata il Corsera in meno di 16 ore. Non tanto per la cappellata in sé, quelle prima o poi le prendono tutti e, entro certi limiti di decenza, ci stanno. No, quello che è agghiacciante è la strategia con cui le cazzate vengono si ammesse, ma poi emendate, sistemate, limate e incasellate in manovra corale. Come a narcotizzarle con cambi di passo che tangheri argentini scansatevi proprio. Vediamo: nella giornata di ieri il Corsera ha rilanciato la sparata solipsistica di Ricciardi sul lockdown nazionale, legittimamente ripresa da tutti, i colleghi scienziati che non vogliono rimanere indietro nel ruolo di mastri paposciari e i media che vogliono arrivare almeno a filo di new. Anche perché una volta in Italia si diceva “se lo dicono quelli di via Solferino è vero”. Poi trova il tempo per la puttanata assoluta di Brunetta che da neo ministro vorrebbe i ‘fannulloni’ via dallo smart working. Tempo tre ore e si accorge della boiata: Brunetta lo disse in un vecchio audio del 22 giugno 2020 di quando non era in Esecutivo Draghi e di quando il virus mollava la presa. Perciò si fa gloriosa retromarcia e ci si scusa. Ma nel frattempo la supercazzola è diventata virale sul web e appannaggio di quasi tutte le testate on line, incluso Scanzi che a furia di dirsi che è bravo si è scordato essere bravo cosa significa.Poi a via Solferino, dove una volta sulle notizie ci facevi i telegiornali interi, “si accorgono” che forse Ricciardi ha parlato a nome suo e non del governo. Quindi, in cagotto da discredito istituzionale già minato dal caso Brunetta, fanno il capolavoro. Cioè vanno in summit di redazione via web lepri lepri elanciano tre news a fagiolo e in sequenza mattutina per lavarsi la faccia: nella prima una bio smart di Ricciardi tutta incentrata sul titolo paraculo “Gira voce che la cannonata mediatica delle ultime ore sia frutto di puro nervosismo. Ricciardi pensava infatti di diventare ministro”. Prima era un serio scienziato che sosteneva una tesi hard non ancora avallata dal governo, oggi è quasi diventato uno ‘nvidioso che le spara grosse “così imparano a non chiamarmi, ste merde”. Nella seconda chiedono sponda al bigio e defilato Ippolito, direttore dello Spallanzani, per ridimensionare (ma senza cassarla, potrebbe tornare utile) la strategia del lockdown locale e sputacchiare l’ovvietà per cui gli esperti dovrebbero parlare solo della linea del governo che li ingaggia e non di ciò che pensano a titolo personale. Poi con la terza il fiocco di panna sul maritozzo: suggellano il cambio di passo con la solita fonte a Palazzo Chigi, mezza rabbonita ma ancora incazzata per il caso Brunetta e per la fuga in avanti di Ricciardi. Fonte che spiffera la new strategy di Draghi sulle zone rosse mirate e sulle vaccinazioni in caserme e palestre, cioè che sconfessa Ricciardi. La new è on line assieme alle altre da circa 55 minuti mentre scrivoIn tutto questo, agganciati alle tastiere pc di questo serraglio psicotico e pronti ad aprire ogni link con il sistema nervoso in pappa, ci siamo noi. Io non so più come insultarvi.


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