Tra qualche mese, Roccasecca torna al voto e come sempre in
questi periodi si predispongono i programmi, le squadre in campo. Vecchi e
nuovi volti pronti alla corsa per una poltrona a Palazzo Boncompagni. Bene, l’elettore
dovrebbe scegliere chi potrebbe rappresentarlo per i prossimi 5 anni, dovrebbe
fare un’analisi delle cose fatte fino ad ora, dovrebbe dare un giudizio alla
Città di Roccasecca. Inutile citare il malcontento di questi giorni, non ha
fatto mai testo, quando si vota, sono tutti scontenti ma nel momento in cui
vanno a mettere la croce sul simbolo e a scrivere la preferenza, iniziano i
rimorsi, le riconoscenze, i favori, le amicizie, ecc. ecc.
Pubblicamente vale il gioco del doppiogiochismo, preferenza
accordata a tutti “ si non ti preoccupare ti voto “ ma al momento di decidere
scattano dei meccanismi che mandano in aria i buoni propositi dei candidati e i
programmi.
E’ ovvio che questa Città potrebbe dare di più, offre
ancora, opportunità di crescita considerevoli, è un Città che se vuole sa
essere virtuosa, spesso si affida all'iniziativa privata e ci riesce bene,
spesso la classe politica ha trascurato molte risorse che potevano essere
sfruttate.
Questa Città è bella ma malata, puzza di immondizia, è poco
dinamica, poco curata, poco avanzata dal punto di vista tecnologico, non è al
passo con i tempi ma la colpa è di chi negli anni l’ha trascurata, si è vero la
colpa è sempre di chi comanda, ma qualcuno lo ha eletto.
Questa Città ha bisogno di cure profonde, si è vero ma a
quanto pare, chi, ancora una volta ambisce ad amministrarla, l’ha già
amministrata, e se è vero che è mal gestita la colpa è anche loro.
Questa Città ha bisogno di una classe politica nuova e
giovane, si è vero ma stando ai si dice, molti ci stanno riprovando e quindi
questa volontà non c’è oppure i giovani hanno paura di provarci.
Vale la pena a questo punto, rimanere a guardare ed
aspettare altri 5 anni, in attesa che un gruppo di giovani volenterosi e
preparati, si metta in testa di amministrarla, lasciando a casa vecchi
amministratori e vecchi sostenitori, che non altro che il cancro del
cambiamento.
Fin quando a tirare le fila sono le lobby, le cordate, i
gruppi di suggeritori, questa Città non crescerà mai e se lo farà sarà come una
pianta nata già storta.
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