Ormai è chiaro, il calcio ormai in Italia non è più
l'argomento preferito da una nicchia di appassionati e di esperti. Parlare di
calcio oggi, con cognizione di causa è cosa rara e difficile anzi, è
preferibile cercare e forse pregare qualcuno che lo conosca e che magari ti
trasmetta quella stessa passione e conoscenza che da bambini cercavamo di
apprendere da quelli più grandi di noi. Oggi il calcio è materia prelibata per operazioni
pubblicitarie, speculazioni finanziarie, di marketing, per la politica e per il
malaffare. La genuinità del calcio di una volta ha fatto spazio a quattro
sgallettate che vanno in TV a mostrarsi nude asserendo di essere tifose
sfegatate della propria squadra, quattro zoccolette assatanate in cerca del
pollo calciatore che se le accolli per tutta la vita, quattro giornalai che si
definiscono giornalisti alla ricerca della notorietà e di qualche contratto con
qualche testata. Quattro cialtroni ripresi da una telecamera pronti a sparare
cazzate che hanno imparato pochi concetti
e che li ripetono all’infinito, una miriade di TV e Radio locali pronte a issare
le tifoserie, una schiera di addetti ai lavori che quotidianamente cercano di
portare a casa un pezzo di pane. Nessuno vuole obiettare il tentativo di ognuno
di procurarsi il vivere quotidiano ma, fatelo degnamente e senza contribuire
anche se per una minima parte a distorcere il messaggio che questo sport
dovrebbe diffondere specialmente tra i giovani.
Se il calcio oggi è violento non è lo sport in se per se, ma
tutto ciò che gli ruota attorno, gente spregiudicata, mercenari, affaristi, prostitute,
pronti a fare affari con la scusa del calcio.
Seguire il calcio è diventata un’impresa, peggio della
politica, una serie di intrecci che spesso ti fanno diventare vittima di un
meccanismo forse più complesso di te, si rischia spesso e volentieri di mettere
in discussione addirittura il risultato perché il clima che si respira è
malato.
Quanto era bello il calcio di una volta…..
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