Già dalle prime parole del testo che si
accingeva a leggere anzi a narrare, s’intuiva qualcosa di profondo, contenuti
passionali, sanguigni, genuini come del resto egli è quando recita, ma andando
avanti, avendolo ascoltato con attenzione e dopo aver scandito le sue
riflessioni, sia pur brevi, ma intense, devo dire che ho confermato la stima in
quest’attore, uomo coraggioso, serio, professionale, mai una parola fuori
posto. Le riflessioni sulla vita, sulla morte, il valore della musica come
soluzione per alleviare la tristezza, specie in questi ultimi mesi, parole come
macigni, ascoltate in silenzio dalla platea numerosa del Festival Severino
Gazzelloni. Michele Placido un Signore, uomo di spessore, una meteora che ha
illuminato il cielo di Roccasecca. Profonda stima.
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