Più di qualcuno ha intuito che il terrorismo internazionale
si combatte anche tecnologicamente. Bene hanno fatto taluni, a perseguire gli
operatori della morte, inseguendoli sulle chat, sui social, in pratica su tutto
ciò che è dialogo tecnologico. Quello che mi fa paura è che molte nazioni sono ancora
arretrate sotto questo punto di vista e si rischia di creare un mercato delle
informazioni riservate, facile preda di altre organizzazioni criminose. Si
parte per combattere il terrorismo internazionale, ma, in effetti, si andranno
a monitorare tutte le conversazioni, e l’auspicio che a svolgere questo ruolo
siano persone serie, incorruttibili, sane economicamente. Perché sane
economicamente, perche spesso, parallelamente al terrorismo, operano organizzazioni
criminali, pronte ad approfittare del momento per compiere reati cosiddetti
minori, ma non meno dannosi per il cittadino, sottrazione di dati, d’identità,
ecc. ecc. ed è facile identificare la pedina giusta che a suon di moneta, è
pronta a vendersi i dati. Purtroppo esistono misure e contromisure, e mi auguro
che anche questo aspetto sia preso in seria considerazione.
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