La vicenda di Marino, mette in luce quanto ancora sia marcio
il sistema politico della Capitale. Una persona distinta come lui, ovviamente
non poteva resistere alle dinamiche politiche di una Roma abituata da decenni a
prendersi gioco delle Istituzioni. Il clientelismo, nepotismo e malaffare
capitolino, smascherato solo ora è un male che da tempo affligge la Capitale d’Italia
e se poi ci si mette anche la Santa Sede a punzecchiare il Sindaco il gioco è
fatto. I romani, viste le scene di gioia per le dimissioni di Ignazio Marino,
preferiscono un politico casereccio, il solito politico che magari assume “ er
figlio, er nipote” all’Ama o in qualsiasi azienda municipalizzata e si
scandalizza se un Sindaco paga una cena con la carta di credito del
Comune. La Roma che gioisce è anche
quella che alla prima occasione, dove si tratta di fare soldi è capace di
voltare le spalle pure al padre alla madre, la Roma che mangia in piazza la
coda alla vaccinara insieme a Lega che la definiva ladrona. Guarda caso quella
Roma che ha preferito far fuori Marino però, ha paura che il nuovo Sindaco di
Roma sia un giovane, con le palle, scaltro, capace e coraggioso, un qualsiasi
ragazzo del Movimento 5 Stelle. Si Marino deve andare via ma “ mejo” se “ er
Sindaco è un de noi “ uno che “ ce fa campà” questo è quello che emerge dalla
gioia dei Romani. Alla fine accadrà che pur di evitare che il nuovo Sindaco sia
un giovane del Movimento 5 Stelle, faranno di tutto per evitarlo e se qualcuno
si scandalizzò del fatto che la Polverini, Alemanno, Bossi si abbracciavano,
mangiando un piatto di pasta, oggi non si scandalizzerà nemmeno se dovesse
nascere una nuova alleanza trasversale, anche con il diavolo, pur di evitare il
pericolo M5S. I romani sono abituati a lagnarsi, ma alla fine prima di spendere
un voto guardano prima “ i cazzi loro “, chiunque ha qualcuno da sistemare, e
allora molto meglio, la politica dell’inciucio, delle raccomandazioni, delle
cooperative, degli Enti serbatoi di voti che non chi, vorrebbe azzerare un
sistema di potere e di gestione, i cui effetti li abbiamo visti anche con Mafia
Capitale.
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