IL BLOG DI SILVIO TEDESCHI

domenica 29 gennaio 2017

LA STORIA DELLA MERLA

Le leggende legate ai giorni della merla sono tante ma la protagonista assoluta è sempre la merla. La versione più antica narra di quando Gennaio non aveva ancora 31 giorni ma soltanto 28. Tale mese era un burlone e scherzava sempre con una merla della quale era anche un pò invidioso per la sua bellezza e per le sue penne molto bianche. Gennaio cercava di ostacolarla in ogni modo e, quando la povera bestia usciva per cercare il cibo, il mese scatenava delle terribili bufere di vento e di neve.

La merla, quindi, si stufò della situazione e chiese a gennaio di durare di meno. Ovviamente il mese le rispose di non poterla accontentare in quanto la sua durata era stabilita dal calendario. La merla, allora, non disse più nulla e l’anno seguente portò molto cibo nella sua tana in modo tale da restare al riparo per tutti e 28 giorni senza uscire.

Al finire di tale tempo, la merla uscì dalla sua tana ed iniziò a prendere in giro Gennaio che si adirò talmente tanto che chiese al fratello Febbraio di prestargli 3 giorni dato che lui ne aveva 31. Il secondo mese dell’anno restò perplesso da tale richiesta ma alla fine acconsentì. Gennaio tornò quindi dalla merla e scatenò una bufera di neve che durò addirittura 3 giorni. Il povero uccello, che era uscito alla ricerca del cibo, non riuscì nemmeno a trovare la sua tana per cui, per ripararsi dalla neve, si rifugiò in un comignolo. Trascorsi quei giorni, poi, uscì da tale luogo sano e salvo ma le sue penne da bianche erano diventate nere per la fuliggine ed il fumo. Da quell’istante, quindi, la merla divenne nera e gennaio ebbe sempre 31 giorni.

giovedì 26 gennaio 2017

UN UNICO CORPO DI PROTEZIONE CIVILE



Come sempre, nei casi di emergenza, chi alla fine dei conti deve sobbarcarsi tutte le responsabilità  sono i Vigili del Fuoco.  Non finiremo mai di ringraziarli, gli unici che, a testa bassa lavorano senza orario e con il cuore. È stato provato,  tante realtà che dovrebbero operare nel settore della Protezione Civile e l'emergenza in generale,  non sono capaci, impreparate, non all'altezza. È notorio, quando si avvicina l'inverno, i Comuni, le Province, le Regioni, conoscono o dovrebbere conoscere le criticità del territorio, figuriamoci in quelle realtà colpite dal terremoto. È inaccettabile per esempio farsi trovare con i mezzi spalaneve rotti e senza gasolio in caso di nevicate tanto piú se precedentemente sono state diramate piú allerte. È inaccettabile farsi trovare impreparati in caso di eventi atmosferici, precedentemente e abbondantemente segnalati, anche le strutture private come alberghi per esempio dovrebbero predisporre piani di emergenza e di fuga specie se ubicati inzone ad alto rischio. Il problema è che manca una prevenzione di fatto e non teorica. Nel caso specifico della grande nevicata in Abruzzo, dove già il livello di guarfia è alto, causa terremoto, qualcosa è stato trascurato come del resto anche l'atteghiamento di molti è stato superficiale. Il grado di affidabilità delle previsioni meteo è una realtà, dovevano essere le autorità competenti ad agire preventivamente anche disponendo la chiusura salvo garantire una soluzione alternativa. Che dire della mancanza di gasolio dei mezzi spalaneve o addirittura la rittura di essi, mi chiedo, la manutenzione chi la deve fare? È tutto un sistema, quello della Protezione Civile che talvolta non funziona, alla fine bisogna ricorrere alle Istituzioni storiche come i Vigili del Fuoco e l'Esercito, gli unici sempre pronti, attrezzati, addestrati e pronti alle emergenze. Tutto il resto, quell'immensa prateria di associazioni di volontariato, soccorso privato, insomma quelli che si riempiono la bocca con la protezione civile, andrebbe rivisto, non ha senso delegare tante responsabilità che alla fine si intralciano e creano solo confusione. Ripeto che tutte quelle forze che si adoperano in casi di emergenza, dovrebbero essere accorpate  poste sotto un unico coordinamento, un'unica divisa, un unico corpo, un unico numero di emergenza, un unici capo, un unico metodo di lavoro,  insomna la gestione mirata di tutte le emergenze. Sarebbe il caso di pensare seriamente all'istituzione del Corpo della Protezione Civile, un esercito di professionalità, pronto a sfidare qualsiasi emergenza, l'unica soluzione per lavorare in sinergia senza sfaccettature che talvolta possono essere determinanti. Non è piú possibile assistere allo scaricabile, alla fuga di responsabilità specie quando ci sono tante vittime con nel caso dell'Albergo. Inutile investire di responsabilità autorità locali che non hanno la possibilità di fare un pieno di gasolio a un mezzo spalaneve.

venerdì 20 gennaio 2017

I PROFUGHI? FRUTTANO SOLDI

A proposito di profughi. Sono giorni che vedo delle scene e mi rendo conto che la questione non sono loro  bensí noi. Loro sono solo merce di scambio, noi siamo quelli che li trasformiamo in soldi, li utilizziamo per raggiungere i nostri obiettivi. Noi siamo quelli che con  irriverenza, arroganza, menefreghismo diciamo, gli italiani protestano, lasciamoli fare, basta che guadagnamo soldi. Siamo quelli che diciamo, ben vengano, poú sono meglio è, quest'estate ce ne andiamo in vacanza, compriamo la macchina nuova, lasciamoli protestare.

giovedì 19 gennaio 2017

UN PROTEZIONE CIVILE MODERNA.


  1. Secondo il mio modesto parere, avrebbe avuto piú senso accorpare la Guardia Forestale con i Vigili del Fuoco, anzi avrei creato proprio il Corpo della Protezione Civile, un entità ben organizzata, gestita, comandata, con tutti i poteri, anchedi pubblica sicurezza e Polizia Giudiziaria,  con piú mezzi,  uomini, specializzazioni  e risorse. Ancora oggi la P.C. è un mix di entità pubbluche e private che spesso perde le sue capacità a causa di un coordinamento che, talvolta lascia a desiderare.