IL BLOG DI SILVIO TEDESCHI

domenica 19 maggio 2013

LA CAUSA DEI SUICIDI

Su questa storia dei suicidi a mio avviso si sta speculando molto. Inizio a credere che queste morti siano necessarie quante ne sono state per le guerre passate. Solo con i morti potranno esserci vincitori. Nel caso specifico i vincitori sono coloro che queste morti le hanno causate e le portano sulla coscienza.  Con queste, qualcuno avrà più potere contrattuale per continuare a esercitare sulla massa il proprio dominio. Si è vero in questi casi tutti di affrettano a esprimere parole di circostanza, di solidarietà, ma l’egoismo, l’indifferenza in questi casi ci porta tutti a dire, meno male che non è toccato a me. Viviamo una società, dove la cattiveria non ha limiti e la crisi che stiamo vivendo finisce per alimentarla. Nessuno penserà mai che il nostro vicino di casa potrebbe essere un’altra vittima, nessuno penserà mai che un nostro atteggiamento, un nostro gesto potrebbe indurre chiunque a fare una pazzia. Ci si pensa dopo, ma è tardi e come vuole la prassi, ci si limiterà a dire: era una brava persona. Ho conosciuto nella mia lunga vita professionale, persone talmente deboli che bastava una parola fuori posto per indurla a farla finita come del resto ho conosciuto nella mia vita molti (professionisti, benestanti, ricconi, bastardi, falsi moralisti) che non aspettavano altro che la loro vittima decidesse per farla finita per approfittarne e impossessarsi magari dei loro beni, i loro sacrifici, le loro speranze. Penso che la società attuale sia per la maggior parte composta da questi signori e non dalla povera gente che piange effettivamente quando assiste a disgrazie simili. Penso che la società attuale sia caratterizzata principalmente dalla sopraffazione, dalla sete di potere, di benessere, dall’incomprensione, dal menefreghismo. Una società sempre più isolata e distante dai problemi della gente, che anziché comprendere infierisce. Triste sarà per chi dovrà continuare a vivere combattendo quotidianamente, nessuno sarà al suo fianco anzi al suo fianco avrà solo chi non aspetta altro che la sua fine, al suo fianco avrà solo chi spera nel suo fallimento. Una riflessione amara questa che purtroppo rispecchia la realtà, non lo vogliamo dire ma in effetti è cosi. L’importante è cercare di andare avanti e contare sulle proprie forze, nessuno verrà mai in tuo aiuto e se lo farà è perché intravede un suo ritorno. La parola “solidarietà”, volontariato, è solo uno spot, un modo di dire, anzi credo proprio che chi si prodiga e si mette a disposizione di altri non è altro che un avvoltoio pronto ad approfittarne.

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